venerdì 14 dicembre 2007

Michele Ginevra: alcune riflessioni sul Museo del Fumetto di Lucca

Pubblico l'intervento di Michele Ginevra in merito alle questioni che in questi giorni interessano il Museo del Fumetto di Lucca.

La sala Pedrocchi del Museo del Fumetto di Lucca

di Michele Ginevra (*)

Chiedo ospitalità per contribuire con alcune personali riflessioni.
Un'inchiesta di questo tipo, con questi riscontri, sembra mettere con le spalle al muro i soggetti che ne sono oggetto.
Proviamo ad essere garantisti e seri e vediamo se le spese elencate hanno una giustificazione.
Anche nel caso fossero fornite delle spiegazioni accettabili, rimangono aperte comunque alcune questioni.

1) Il Comune di Lucca ritiene di aver stanziato cifre che effettivamente hanno consentito di arrivare ai risultati previsti?

2) Il Comune di Lucca ritiene di aver stilato criteri adeguati per individuare i soggetti che dovevano progettare e gestire il museo?


Sulla prima domanda è chiaro che il dibattito è locale, anche se altrove mi sono permesso di fare presente come le spese cosiddette "professionali" siano sempre profuse senza problemi. Mentre i compensi agli autori, spesso e volentieri, sono sottostimati. E' un po' la mentalità italiana...

Ma rispetto alla seconda domanda ci sono molte cose da dire.
  • Nel nostro paese il dibattito sui Musei del fumetto è inadeguato. E quando se ne parla, lo si fa in termini acritici e sproporzionati. Basta dire Museo ed ecco che questa parola magica consente di far passare qualunque contenuto come buono e positivo.
  • Siccome invece ho un'esperienza di vent'anni come coordinatore del Centro Fumetto "Andrea Pazienza", struttura che non ha mai ritenuto di doversi chiamare museo, ma che è aperta tutti i giorni, possiede 45.000 fumetti e svolge attività di ogni tipo che dovrebbero essere note a tutti gli operatori, ho maturato l'idea che il difetto stia a monte.
  • Il Museo di Lucca è sempre stato al centro di polemiche. Ma le polemiche hanno spesso investito i progettisti e i gestori. La responsabilità principale è invece innanzitutto del Comune di Lucca e dei vari amministratori che si sono succeduti.
  • Ha relativamente senso criticare il vecchio progetto dell'Anonima Fumetti e la gestione di Gianni Bono ed Epierre. Ho meglio, ha senso se guardiamo al merito delle scelte tecniche. Ma le responsabilità sono di chi ha conferito INCARICHI CHE SI SONO RIVELATI SBAGLIATI, PERCHE' NON HANNO CONSENTITO DI RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI.
  • Il progetto dell'Anonima Fumetti non era fattibile nei termini in cui fu elaborato ed era comunque uno studio troppo preliminare. Ma il difetto stava a monte. Non doveva essere affidato all'Anonima un incarico di questo tipo.
  • La gestione di Gianni Bono sembra non essere stata all'altezza delle aspettative. Ma il difetto stava a monte. Non doveva essere affidato a Gianni Bono un incarico di questo tipo.
  • Ora si affida ad Angelo Nencetti un incarico temporaneo, per rimettere in carreggiata una situazione che viene presentata come compromessa. Leggendo le prime dichiarazioni di Nencetti la domanda sorge legittima: non si sta sbagliando per la terza volta? Quali competenze ha il Signor Nencetti per gestire temporaneamente il Museo? E' appassionato di fumetti? D'accordo. Ha organizzato delle iniziative e scritto dei saggi? D'accordo, ma in Italia siamo per lo meno in duemila con questi titoli... E' di Lucca? Capisco...
  • Non mi fraintendete. Non ce l'ho con Nencetti, anche se sicuramente non è una persona con cui abbia rapporti fraterni. Nencetti può avere, ed ha sicuramente, delle competenze sul fumetto di buon livello.
Ma il problema è un altro.

CHI DEVE PROGETTARE E GESTIRE UN MUSEO DEL FUMETTO?
Un esperto di fumetti?
Sicuri?
A mio avviso no. Deve essere una persona titolare di competenze museali, che sono ben altra cosa.
Anche perché le competenze nel campo del fumetto, non esistendo università o master specifici ed essendo le pubblicazioni generalmente amatoriali, sono difficilissime da certificare e da dimostrare.
Le competenze museali sono certificabili. E sono queste a dover essere messe in campo.
Individuato il direttore del Museo, questo può a sua volta selezionare dei consulenti. Questi sì provenienti dal mondo del fumetto. E allora sì che le competenze possono essere meglio utilizzate.
Perché in Italia abbiamo schiere di esperti di Tex, Diabolik, Tin Tin, Pazienza, Magnus, manga e chi più ne ha più ne metta. Nessuno di questi esperti è titolato a dirigere un museo. Ma tutte queste persone possono rivelarsi preziosissime al momento opportuno.

Il cortile interno del Museo del Fumetto di Lucca

I risultati parlano chiaro.
Si eviti la vigliaccheria di "dare all'untore" Gianni Bono, che è solo il terminale di scelte sbagliare a monte.
Gianni Bono aveva ideato e realizzato (con la collaborazione di decine di esperti) l'ancora ottima Guida al Fumetto Italiano. Per questo è stato chiamato ad occuparsi del Museo. Una decisione apparentemente plausibile, che si è rivelata facile e di comodo e quindi disastrosa nel medio periodo.
Una cosa che invece posso contestare personalmente a Gianni Bono consiste nella scarsa attitudine a coinvolgere i collaboratori.

Dovrei essere un consulente del Museo. Il mio nome compare in un pannello all'entrata, assieme a quello di una trentina di colleghi. In questi anni non sono mai stato chiamato per collaborare ad alcuna iniziativa del Museo. Un paio di anni fa, come Centro Fumetto "Andrea Pazienza", avevamo anche proposto di lavorare assieme sui criteri di catalogazione dei fumetti (tema su cui abbiamo competenze uniche in Italia) ma la nostra disponibilità non è stata raccolta.

In conclusione, capisco che il Museo di Lucca, sia di Lucca... Ma la sua istituzione rappresenta un fatto di rilevanza nazionale e, mi permetto di dire, anche internazionale, nel momento in cui l'Italia è uno dei paesi al mondo che può vantare un gran numero di autori e opere prodotte.
La città di Lucca curi pure i propri interessi, ma accetti la sfida più importante: quella di fare le cose bene, con buon senso, nell'interesse non solo proprio ma anche dell'intera collettività.
Sotto questo profilo, rispetto al Museo di Lucca, c'è ancora molto molto molto da fare.

(*) Centro Fumetto Andrea Pazienza

4 commenti:

boris battaglia ha detto...

l'idea stessa di Museo del fumetto è un idea balzana, che poteva venire giusto ai franciosi e noi giù a copiargli ogni fregnaccia.
Il fumetto non si può appendere alle pareti o mettere in vetrinetta.
Chiunque accetti la direzione di un Museo del Fumetto è tacciabile almeno di disonestà intellettuale, perchè accetta di gestire una cosa che non potrà mai esistere.
Al limite avrebbe senso un deposito internazionale del fumetto, dove io possa trovare tutto e leggerlo da qualsiasi parte del mondo.
Ma chi vuole il titolo di capo magaziniere'
Dai.

Anonimo ha detto...

no boris, nno sono d'accordo.
è possibile pensare un museo del fumetto ed è possibile anche realizzarlo.

un museo non è "appendere alle pareti" o "mettere in vetrinetta".

forse che la pittura si può "mettere in vetrinetta" o "appendere alle pareti"?
no, chiaro. eppure pinacoteche e musei dedicati alla pittura esistono. e non sono scemenze.

il discorso è che un museo deve essere un MUSEO, non altro. e un museo è una cosa precisa, ossia un centro dove si raccologono opere secondo un criterio X, perché siano accessibili al pubblico stanziale o di passaggio. Detto centro poi acquista sempre più autorevoleza quanto più produce e diffonde CULTURA. Se specialistico (come nel caso di un museo a tema, a differenza di un museo generalista come il luvre o il british museum) cultura relativa a QUEL campo che ha scelto come suo di pertinenza.

nel caso del museo di Lucca cultura relatva al mondo del fumetto (sia nel senso di autori, che nel senso , ad esmpio, di MERCATO o EDITORIA a fumetti).

faccio un esempio semplicissimo.
esistono pochissimi testi sulla storia dell'EDITORIA a FUMETTI italiana, la maggior parte dei quali a livello amatoriale e comunque di scarsa diffusione.

perché il museo non ha dedicato parte dei fondi alla realizzazione di saggi critici sul tema?

un volume di 128 o anche 192 pagine sul tema poteva arrivare a costare tra compenso a chi scrive e stampa tra i 5.000 e i 10.000 euro.

costi che si potevano far rientrare benissimo nelle spese di gestione, e comunque inseriti nei bilanci preventivi. COsti poi che potevi far rientrare tramite vendita del volume e/o altri modi.

sicuramente una produzione di TRE o QUATTRO testi del genere non avrebbe creato un buco di bilancio IMMANE, ma un fisiologico deficit di gestione tranquillamente motivato dal fatto di non essere una AZIENDA, ma un ente che deve come primo obiettivo produrre cultura.

ancora, un museo dovrebbe essere in grado di catalogare ed esibire il materiale ricevuto in donazione o in affidamento.

questo è successo a lucca?

alessandro bottero

Gianfranco Goria ha detto...

"Il progetto dell'Anonima Fumetti non era fattibile nei termini in cui fu elaborato ed era comunque uno studio troppo preliminare. Ma il difetto stava a monte. Non doveva essere affidato all'Anonima un incarico di questo tipo." Michele Ginevra.

Forse fai un briciolo di confusione, o semplicemente ignori non avendone alcuna conoscenza diretta. Non fu certo un'idea del Comune di Lucca quella di dare un incarico all'Anonima Fumetti. Penso che manco gli passasse per l'anticamera del cervello l'idea di un museo del fumetto a Lucca. Fu l'Anonima Fumetti a proporre, per la prima volta in modo strutturato, al Comune di Lucca di avviare un percorso per la realizzazione di un museo del fumetto in quella città. La risposta di uno dei rappresentanti locali fu del tipo "Lucca ai lucchesi". Io mi alzai per andarmene (Boschi ricorda perché era lì) e fu l'Assessore/a a farmi restare dicendo agli astanti che al Comune la nostra idea interessava (ma io non potevo sapere per quale motivo il Comune potesse avere interesse a darci retta, su un'idea del genere - solo molto più tardi potei farmi delle ipotesi, ma questa è un'altra storia). Quanto a quello che il gruppo di lavoro messo in piedi dall'Anonima Fumetti ha realizzato, si trattava solo di uno Studio di Fattibilità e la differenza tecnica e legale non dovrebbe esserti sconosciuta. Il gruppo messo in piedi dall'Anonima Fumetti non ha MAI realizzato un Progetto Attuativo, perché il nuovo Sindaco (Fazzi) "licenziò" il Gruppo (a lavoro ultimato da un bel po') sentenziando che c'erano cose ben più importanti da fare a Lucca che non un museo del fumetto. Le palle sulla non fattibilità del progetto Anonima Fumetti, sono palle. Il fatto che tu le ripeta qui non le rendono vere. Dalla riunione in cui il Sindaco Fazzi disse al gruppo di lavoro dell'Anonima Fumetti (non a me, perché io ovviamente non c'ero: c'erano i professionisti specifici del gruppo di lavoro) che non si faceva nessun museo, a quando il Sindaco ci ripensò (per motivi che Boschi penso sia in grado di spiegare meglio di me) e decise che, invece, bisognava proprio fare un museo del fumetto a Lucca, ci passarano mi pare almeno due anni (ma io, si sa, ho scarsa memoria: può essere un anno e mezzo o tre, dovrei chiedere all'avvocato che se ne occupò). Non c'è quindi nessuna connessione tra lo studio di fattibilità AnonimaFumetti e la scelta di un altro progetto. Non dico che l'ipotesi Anonima Fumetti sia stata scartata per motivi biecamente politici (era stata approvato dalla giunta precedente di diverso colore e venne rigettata subito dopo le elezioni), ma sicuramente non è stata scartata per infattibilità (costava meno di quel che si è speso fin qui e ha portato in città 8 miliardi di lire sull'unghia dai fondi del Lotto, non so se mi spiego, che non so che fine abbiano poi fatto). Tanto più che quello era solo uno Studio di Fattibilità (per quanto molto complesso e articolato, come dovresti aver visto, essendo parzialmente in linea su Internet dalla fine degli anni novanta). Tra l'altro, come usa quando si fanno cose del genere, il Progetto Attuativo non sarebbe stato realizzato dall'Anonima Fumetti, in quanto questa aveva già realizzato (tramite il suo gruppo di lavoro) lo Studio di Fattibilità. Ma queste cose dovresti saperle.
Quindi di quel che hai sentenziato possiamo dire che è inesatto anche il parlare di Progetto dell'Anonima Fumetti: non è mai esistito. Quel gruppo di lavoro (che era composto da uno studio di Architetti, due esperti di progettazione europea con ben altre realizzazioni in curriculum e una serie di consulenti di vario genere e non da "pupazzettari": una dozzina di professionalità specifiche hanno lavorato a quello studio) ha solo realizzato un corposo studio di fattibilità che dimostrava, per l'appunto, la fattibilità di un museo, strutturato in certo modo, da collocare nel Palazzo Guinigi (non altrove) con determinate caratteristiche di autofinanziamento. Lo studio suggeriva anche (suggeriva e basta, giacché era solo uno studio di fattibilità) che la gestione del Museo avesse caratteristiche tali da poter, in seguito, accedere alle complesse procedure necessarie per un futuro riconoscimento statale. Per cui, niente "direttore fumettaro", ma un Conservatore assunto per concorso, tanto per dirne una, e un consiglio di amministrazione strutturato secondo legge ecc. ecc. ecc. Ma queste son tutte cose che dovresti sapere, no? Ma certo. Quelle voci sono palle. Create perché? Non so esattemente, ma non faccio fatica a immaginarlo, purtroppo. Ma chi volesse invece un poco div erità al posto delle palle, avrebbe potuto semplicemente chiedere a testimoni oculari come Luca Boschi, o all'avvocato Vassallo, che gestiva il gruppo di lavoro insieme al professor Arato. O magari allo studio di architetti Atelier Nomade che curò la parte relativa dello studio. O magari allo studio legale Gabelli di Roma, che curò la parte amministrativa e ne seguiva gli sviluppi istituzionali con il Ministero della Cultura e la Presidenza del Consiglio. E' vero che quelle palle hanno girato per un po', guarda caso a partire dal 2003o giù di lì, quasi a giustificare il cambio di squadra (che invece non c'era bisogno di giustificare, se non per motivi ben diversi: un Comune può fare quel che vuole e, comunque, come dicevo, il Progetto Attuativo non sarebbe stato di competenza del grupop di lavoro dell'Anonima Fumetti). Io non me ne sono più curato, perché, proprio dal 2003, non ho più avuto incarichi nell'associazione Anonima Fumetti (come si sa, ero passato ad altri impegni) e al mio posto era venuto Vittorio Pavesio (che evidentemente decise di non stare nemmeno a sentire le cose, false, che si dicevano in quel di Lucca e che alcuni si premuravano di diffondere come vere presso gli allocchi che ci credevano). Per cui, d'accordo, non mi compete, ma siccome qualcosina sapevo, mi son sentito in dovere di dirla. Magari il Pavesio non ne avrebbe sentito il bisogno (e soprattutto frequenta i blog molto meno di me), e spero mis cuserà per l'intromissione nelle faccende della sua associazione... :-)
Per cui non tornerò qui a vedere se rispondi o meno. Queste cose non le ho dette per sentirmi dar ragione, o per sentire scuse. Non m'interessa e vorrei non sentirne più parlare, per quanto mi riguarda: è roba dell'altro secolo! Le ho dette solo perché non è giusto lasciar veicolare inesattezze su gente che manco si conosce sulla base di voci raccontate ad arte da gente che ha interessi ben diversi da quelli di chi, come noi, lavora per il fumetto e per i suoi autori. A Lucca si sono mossi, fin da allora (ma ovviamente da ben prima) interessi politici locali belli spessi. E han girato, come sempre, un sacco di soldi e di "poteri". E politici locali si sono scontrati fra loro e con politici nazionali a più riprese. E i diversi commissariamenti della città solo lì a dimostrarne i danni fatti subire alla città. Così come le inchieste che han coinvolto sovrintendenze et similia. Tutte faccenda note che dovrebbero far capire, a chi ha cervello bastante, che sulla pelle di chi, invece, si è mosso solo per il fumetto e i suoi autori, si sono giocate partite sporche assai. Un errore io lo feci, in quei lontani anni novanta: andare a Lucca a proporre, ingenuamente, la possibilità (concreta e tutt'altro che infattibile) di realizzare un vero museo del fumetto, sulla base di un mio nostalgico affetto per la città in cui avevo conosciuto tanti amici e colleghi. Avrei dovuto starmene a casa mia, dar retta a chi diceva "Lucca ai lucchesi", evitare di coinvolgere tanti seri professionisti, evitare anche di muovere Roma poter far arrivare in quel di Lucca quei famosi 8 miliarduzzi di lire. Ho sbagliato, ho capito, e infatti a Lucca non sono più andato a proporre alcunché.
Per la storia, quel gruppo di lavoro (che non era dell'Anonima Fumetti, ma che aveva lavorato in quell'occasione per l'Anonima Fumetti) ha poi realizzato, in altre città, italiane ed europee, altri progetti, fattibili e infatti fatti, così come ne aveva già fatti prima. Non più per i fumettologi, però. Ma così è la vita...

MicGin ha detto...

Personalmente non avrei problemi a riconoscere l'errore di interpretazione dei fatti che mi attribuisci. E la tua lunga ricostruzione è una testimonianza preziosa. Ma, preso atto di quello che dici, ritengo che la frase che citi (e che avrei potuto scrivere con più attenzione) potrebbe essere modificata di poco per collimare con quanto riporti.
Se siamo d'accordo sulla necessità di affidare a persone effettivamente competenti la direzione di un Museo la pensiamo allo stesso modo.
Io sono intervenuto su un piano più ampio, perché non mi interessa e non ho gli strumenti per dichiarare colpevoli delle persone specifiche.
Ho provato ancora una volta a proporre delle idee per elevare il dibattito.
Quando nel mondo del fumetto si capirà (e si avrà la forza) di fare gruppo partendo da idee sensate forse riusciremo a combinare qualcosa. In questi anni ho notato che tutte le volte che si è provato a far dialogare le associazione del settore (tanto per fare un esempio...) i problemi sono stati notevoli e lo stress pure.

Tra l'altro, non sono del tutto sicuro che il modo con cui rappresenti i fatti lucchesi su Af News sia il più appropriato, anche se proprio sul tuo sito compaiono pagine fondamentali, come la testimonianza di Traini e l'intervista a Bono. Da una parte ricopri una preziosa funzione giornalistica, indispensabile e lodevole. Dall'altro, probabilmente a causa dei negativi trascorsi, presenti le notizie su Lucca con intenti polemici che non sempre riescono a focalizzare i veri problemi.

Detto ciò...
Su questo blog il post da cui è (ri)partito tutto è rimasto sospeso...
Un fatto preoccupante. Un ripensamento dell'autore? Pressioni?
Ritengo che la cosa migliore da fare sia sostenere chi tenta di fare battaglie di verità e soprattutto facciamo circolare idee innovative senza paura. Non stanchiamoci mai di farlo.