martedì 4 marzo 2008

Quando il fumetto arrivò a Lucca... si perse tutti i paperi

La prima tavola originale de Il patto
di Dino Battaglia


Per ospitare la mostra Quando il fumetto arrivò a Lucca, la prima delle tre grandi rassegne organizzate dal Museo del fumetto nel primo semestre di quest'anno, tutte le teche contenute dalla struttura sono state liberate dalle vecchie tavole. E oggi ospitano le opere di Toppi, Giardino, Gomez, Battaglia, Alessandrini. E le stampe della storia Paperino e il Mistero di Lucca. I cui originali, ahinoi, non si sa che fine abbiano fatto. In occasione di questo primo taglio del nastro, quindi, il Museo si presenta con abiti nuovi. Per la prima volta dopo la sua inaugurazione. Fra tutti, incantano i lavori del maestro Sergio Toppi. Mentre i tempi stretti per l'organizzazione di questa prima mostra sono causa di qualche piccola dimenticanza...

Il primo progetto prevedeva che la mostra Quando il fumetto arrivò a Lucca, inaugurata poche ore fa, sarebbe stata allestita nelle sale dei Viaggi del '900. Così non è stato. Le circa 120 tavole originali hanno trovato spazio nelle teche progettate dall'architetto Pietro Carlo Pellegrini per le sale principali. E seppur coi limiti tecnici imposti dalla loro struttura - poco adatta, secondo i responsabili del Museo di ieri e di oggi, a ospitare tavole e disegni originali - finalmente la tanto attesa rotazione c'è stata. Al posto di Diabolik, Dylan Dog e il signor Bonaventura ci sono oggi le storie di Sergio Toppi, Vittorio Giardino, Carlos Gomez, Dino Battaglia e Giancarlo Alessandrini.

La riproduzione di una tavola tratta da
Paperino e il mistero di Lucca


Rispetto a quanto annunciato alla vigilia mancano però le tavole di Paperino e il mistero di Lucca, sostituite in extremis da stampe a colori quando ci si è accorti che gli originali non si trovavano. Il responsabile culturale del Museo Angelo Nencetti riteneva fossero patrimonio di Lucca. Ma se è così, chi le ha riposte per l'ultima volta in qualche cartolario o scatolone o armadietto si è dimenticato di archiviarle. Potrebbero però far parte del patrimonio appartenuto all'ente Max Massimino Garniér. Oppure potrebbero ancora essere conservate in qualche contenitore dimenticato nelle vecchie sedi lucchesi dei comitati organizzatori. E pensare che le tavole sono state realizzati da grandi autori Disney, a cominciare da Giovan Battista Carpi. Seguono Paolo Mottura, Stefano Mirone, Sandro Perina, Fabio Celoni, Andrea Freccero, Roberto Santillo, Claudio Sciarrone, Andrea Antonucci, Sara Storino, Leopoldo Barberini, Stefano Pachi, Silvano Scolari. La sceneggiatura è invece di Massimo Marconi.

La storia completa di Sergio Toppi, C'era una volta in Toscana, riscatta ampiamente il gap disneyano. Nella prima sala del Museo sono esposte tutte le 33 tavole che la compongono. In perfetto stile toppiano si racconta una vicenda tratta da un racconto dell'intellettuale antirisorgimentale Narciso Feliciano Pelosini, Maestro Domenico, e sceneggiata dallo stesso Toppi. Che realizzò questo lavoro su commissione dagli organizzatori del salone di Lucca alla fine degli anni ottanta. Arrivato in città, in compagnia di Nencetti visitò tutti i sobborghi, le campagne, le località limitrofe. E immaginò poi la sua Lucca, quella in cui ha ambientato la storia. Tra citazioni e riferimenti visivi di Camporgiano, Montecarlo, Gattaiola, Nozzano, San Lorenzo a Vaccoli, Toppi racconta del vecchio mastro Domenico, addormentatosi sotto un albero per poi risvegliarsi cinquant'anni dopo senza più riconoscere luoghi e persone. Rifiutata da Lucca, la storia è stata pubblicata nel 1988 sul Giornalino.

Un particolare di C'era una volta in Toscana
di Sergio Toppi


La terza verità di Vittorio Giardino è invece esposta per intero nella seconda sala. Pubblicata in due parti su Corto Maltese nel 1986, anticipa lo stile moderno del segno che Giardino svilupperà successivamente rendendolo sempre più personale e attuale. Il percorso prosegue con la riproposizione di 32 tavole (selezionate tra le 254 totali) della storia di Dago sceneggiata da Robin Wood e disegnata da Carlos Gomez e ovviamente ambientata a Lucca. Le tavole, 43 delle quali erano rimaste a lungo in esposizione al Museo, sono state "stirate" per rimediare a quelle brutte pieghe causate dalla prolungata esposizione. Chiudono il percorso le 20 tavole della storia di Martin Mystère (firmata da Alessandrini e pubblicata su Comic Art nel 1992) e le sette straordinarie tavole di Dino Battaglia che completano la storia Il patto (pubblicata sul Linus nel 1974). Per Battaglia (la sua sua mostra e quella di Toppi meritano da sole una visita al Museo) si tratta solo di un piccolo anticipo. Altra cosa sara la retrospettiva che Lucca gli dedicherà nell'anno del venticinquesimo anniversario dalla sua morte.

Infine dispiace che le note biografiche degli autori non siano accompagnate anche da cartellini che indicano le riviste che hanno ospitato le storie e le date di pubblicazione. Ma la mostra è stata organizzata in tempi da record. E qualcosa poteva anche sfuggire.
(g.t.)
Articolo scritto per Lo Schermo

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